Ospite invitato: Pietro Muratori - Mindfulness e yoga per bambini
L’origine della mindfulness è da ricercarsi in antiche tradizioni storico-religiose come il Buddhismo e lo Zen; il trait d’union che lega queste antiche discipline con il moderno concetto di mindfulness è l’intenzione di promuovere nell’essere umano un’esistenza consapevole ancorata al momento presente. Questa disciplina e filosofia orientale è stata trasposta al mondo occidentale grazie al lavoro e alla intuizione di un biologo statunitense, Jon Kabat-Zinn, al quale viene riconosciuto il merito di aver creato i primi protocolli mindfulness-based, applicati con soggetti adulti allo scopo di ridurne il livello di stress. Kabat-Zinn definisce la mindfulness come “la capacità umana di porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante” (2013). I termini chiave della definizione sono da indentificarsi nell’aspetto ‘intenzionale’ del porre attenzione, nella qualità del ‘momento presente’ e nella caratteristica di ‘non giudizio’.
Recentemente gli interventi mindfulness sono stati ampiamente applicati per promuovere la salute mentale e il benessere in bambini e adolescenti (si veda questo articolo per approfondire il tema: Dunning, D. L., Griffiths, K., Kuyken, W., Crane, C., Foulkes, L., Parker, J., & Dalgleish, T. (2019). Research Review: The effects of mindfulness-based interventions on cognition and mental health in children and adolescents - a meta-analysis of randomized controlled trials. Journal of child psychology and psychiatry, and allied disciplines, 60(3), 244–258. Le attività presenti nei protocolli mindfulness aiuterebbero i bambini a concentrarsi maggiormente sulle esperienze momento per momento e ad indirizzare intenzionalmente la loro attenzione su ciò che stanno facendo nel momento presente. Una maggiore consapevolezza può inoltre aiutare i bambini a mantenere la attenzione nel mantenimento dell’impegno durante attività prolungate ed a raggiungere migliori prestazioni in compiti di vita quotidiani. Oramai numerosi studi mostrano come i protocolli mindfulness-based possano migliorare significativamente i sintomi psicologici e la consapevolezza dei partecipanti, tutti di età compresa tra i 6 ed i 21 anni.
Elemento cardine dell’intervento mindfulness sono pratiche di yoga. La pratica si avvale di asana, esercizi fisici che permettono l’allungamento dei tendini, l’invigorimento dei muscoli, la mobilità del tronco e delle articolazioni, lo scioglimento di parti irrigidite e la consapevolezza del proprio corpo. Molti esercizi riducono la pressione interna ed inducono una sorta di automassaggio di muscoli, tessuti interni ed organi, offrendo un piacevole effetto di scioglimento e distensione. Le posizioni yoga sono spesso presentate come parti di una storia o come ispirate alla natura. Con i bambini viene resa più esplicita l’esperienza di sé durante il movimento, così da favorire una buona percezione del carico, della posizione e dei segnali provenienti dal proprio corpo, consentendo un naturale aggiustamento per raggiungere equilibrio e stabilità. Lo yoga apporta equilibrio anche laddove questo è difficilmente raggiungibile, come nel caso di bambini con iper- o ipo-attività, favorendo uno sviluppo sano. La distensione consapevole ed il rilassamento possono fornire un profondo stato di calma mantenendo alto il livello di concentrazione. Per questa ragione, lo yoga ha un effetto positivo sulle capacità di apprendimento del bambino ed è stato riconosciuto come intervento utile nel trattamento e nella prevenzione di numerosi disturbi frequentemente riscontrabili nell’infanzia, come: aggressività, iperattività, dolori cronici, asma, mal di testa, dolore addominale, disturbi del sonno e dell’umore.
Da altra parte è difficile immaginare che un bambino conservi una pratica costante dello yoga senza il coinvolgimento attivo di uno dei suoi genitori. Lo yoga è una pratica ecologica che non richiede una particolare attrezzatura e che è possibile praticare sia all’interno che all’esterno. Non ci sono regole vincolanti, la cosa più importante da fare prima di introdursi allo yoga insieme al proprio figlio è cercare o creare uno spazio in cui sentirsi bene. Per rendere più rilassante una stanza che viene utilizzata per “altro” solitamente dalla famiglia, si può ricorrere all’utilizzo di candele, diffusori di profumo, luci soffuse o altri elementi che ci ricordino un ambiente sicuro, tranquillo e piacevole. I bambini noteranno subito il cambiamento. È importante che il genitore sia aiutato a comprendere che quando il bambino viene introdotto allo yoga, si sta aprendo a qualcosa di nuovo e ciò non può che avvenire in un clima di ascolto e fiducia. Le manifestazioni di percezioni, desideri e paure riguardo alla pratica vanno affrontati senza fretta di raggiungere un obiettivo e in piena accettazione di ciò che ci troviamo davanti, anche nel caso di un rifiuto. Lo yoga non può prescindere dalla volontà e per questo non è possibile obbligare il proprio bambino ad aprirsi alla pratica se non lo desidera. Tuttavia, l’apertura all’ascolto e un atteggiamento di autentica accettazione raramente fanno sì che il bambino si rifiuti di partecipare o di accettare aiuto per proseguire la pratica. Quando lo yoga viene proposto dal genitore al bambino con regolarità, rispettando orario e luogo, la pratica assume il valore simbolico di uno spazio di relazione, valore che potrà sostenere la motivazione alla pratica del bambino anche quando lui/lei avvertirà stanchezza o comunque poca “voglia” di approcciarsi alla pratica. Prima di procedere con le pratiche yoga con il proprio figlio è importante tenere a mente alcuni principi di base come: iniziare con gli esercizi più facili per poi passare a quelli più difficili; ricordare ogni tanto al bambino di portare l’attenzione al respiro, non solo al movimento; prediligere la calma nel raggiungimento degli obiettivi fisici, ciò aiuterà il bambino a differenziare lo spazio yoga da differenti attività corporee e fisiche che usualmente pratica; dedicarsi qualche momento di puro rilassamento corporeo dopo le pratiche sforzo; dare tempo al bambino per ascoltare le sensazioni del proprio corpo in seguito ad ogni posizione o flusso di posizioni.
La vita dei bambini è spesso scandita da impegni, compiti ed attività. Nella parte occidentale del mondo fin da piccoli i bambini sono spinti a misurarsi tramite gli obiettivi che raggiungono. Forse è inevitabile che a livello socio-culturale sia cosi. Nel viaggio verso queste mete prefissate, se i bambini si focalizzano eccessivamente su di esse, percependo il viaggio come un qualcosa che deve essere portato a termine possono finire per ignorare le meraviglie che potrebbero sorprenderli e per soffocare la naturale creatività e curiosità presente in loro. Nella pratica yoga, aiutiamo i bambini a porre l’attenzione su ciò che succede durante il viaggio. Ai bambini sarà con il tempo chiaro che questo è un viaggio che compiono verso il loro corpo e verso loro stessi, scoprendo, ad ogni passo, paesaggi maestosi e emozioni pienamente loro.
Pietro Muratori : Psicologo e psicoterapeuta. Ricercatore presso IRCCS Fondazione Stella Maris. La sua attività e di ricerca ruota attorno al trattamento ed alla prevenzione dei comportamenti aggressivi nei bambini e negli adolescenti. È docente presso l'Università di Pisa nei corsi di laurea di Psicologia e di Scienze della Formazione.
